Canali Minisiti ECM

Coronavirus: le malattie reumatologiche non aumentano il rischio

Reumatologia Redazione DottNet | 04/06/2020 18:13

Reumatologi, non modificare o sospendere terapie

L'infezione da Covid-19 nei pazienti reumatologici non è particolarmente frequente e il rischio di contagio non sembra essere aumentato. Quando però il virus colpisce persone con queste patologie, la prognosi può essere severa. Emerge da "Control-19", il primo registro avviato al mondo sul coronavirus nei malati reumatologici. Il progetto è promosso dalla Società Italiana di Reumatologia (Sir) e i primi dati sono relativi a 165 pazienti che hanno contratto l'infezione. La ricerca è presentata in una conferenza stampa online in occasione del congresso Eular (European League Against Rheumatism). L'età media dei pazienti è 62 anni e oltre l'80% proviene dalle Regioni del Nord più colpite. Le patologie al momento dell'infezione erano: artrite reumatoide (35%), spondiloartrite (21%), connettiviti (19%). Più del 50% aveva almeno due malattie. I pazienti erano per il 70% ricoverati e nel 7% dei casi si è resa necessaria la ventilazione meccanica in terapia intensiva.

pubblicità

"Sono dati preliminari e relativi a marzo e aprile - rileva Luigi Sinigaglia, presidente Sir - andranno analizzati bene. La confluenza dei nostri dati nei registri internazionali, come quello patrocinato da Eular, ci consentirà di disporre di informazioni preziose. La Sir ribadisce l'invito a proseguire con le terapie e a non modificare il trattamento poiché la maggior parte delle infezioni si sono verificate in pazienti con malattia non completamente controllata". La reumatologia è stata al centro dell'attenzione in particolare nelle prime fasi della pandemia, in quanto molti farmaci sono stati proposti anche contro il coronavirus. "Dopo una prima fase di entusiasmo - evidenzia Guido Valesini, vicepresidente Sir - abbiamo cominciato a valutare bene i dati e ad oggi non abbiamo una risposta certa sulla efficacia di molte di queste terapie, né sulla loro potenzialità preventiva". Su clorochina e idrossiclorochina Valesini sottolinea che "l'efficacia è risultata ridimensionata e non sono consigliate per uso al di fuori di studi approvati e in corso". "Vogliamo rassicurare - conclude Valesini - sul fatto che non dovrebbero esserci più problemi di disponibilità di alcuni farmaci".

Commenti

I Correlati

La Fondazione Italiana per la Ricerca in Reumatologia (FIRA) ha finanziato una ricerca presso il Policlinico Gemelli di Roma per indagare la presenza di biomarcatori e la potenziale utilità dei farmaci monoclonali in uso per l’emicrania

Leccese: “Il sintomo più tipico della spondiloartrite assiale è la lombalgia più comunemente nota come mal di schiena”

Terapia sperimentata su 6 casi difficili da team italo-tedesco

Efficacia prossima all'80%, buona protezione anche negli anziani

Ti potrebbero interessare

La Fondazione Italiana per la Ricerca in Reumatologia (FIRA) ha finanziato una ricerca presso il Policlinico Gemelli di Roma per indagare la presenza di biomarcatori e la potenziale utilità dei farmaci monoclonali in uso per l’emicrania

Leccese: “Il sintomo più tipico della spondiloartrite assiale è la lombalgia più comunemente nota come mal di schiena”

Efficacia prossima all'80%, buona protezione anche negli anziani

Serve un coinvolgimento di tutti gli operatori sanitari per una presa in carico del paziente che vada oltre la sola malattia e prenda in carico anche gli aspetti psicosociali e la prevenzione delle malattie trasmissibili

Ultime News

La MIP-C si può sviluppare anche in chi ha avuto il virus lieve

Pubblicate sull’European Journal of Cancer le raccomandazioni stilate da esperti provenienti da 5 continenti e da società scientifiche internazionali

Radiologi e clinici del Policlinico Gemelli hanno ideato un metodo per 'taggare' con una piccola spirale metallica (microcoil) queste lesioni

Di natura infiammatoria cronica e progressiva, è provocata da un “corto circuito” del sistema immunitario. Interessa l’esofago causandone il restringimento. La sua principale conseguenza è che diventa difficile, a volte impossibile, la deglutizione